Emiliano Migliorini: EOLO ed il cammino sinergico sul percorso UNESCO

L’Associazione Cantori Professionisti d’Italia, proponente la Candidatura dell’Opera Lirica Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, ha individuato nell’Associazione EOLO – Etnolaboratorio per il Patrimonio Culturale Immateriale, il soggetto incaricato per seguire in un cammino sinergico l’iter del percorso UNESCO.

L’Etnolaboratorio EOLO (www.etnolaboratorio.org) si occupa di ricerca, documentazione e catalogazione di beni demoetnoantropologici e etnomusicologici, e ha – negli scorsi anni -curato la catalogazione di alcune proposte di candidatura, in particolare la Perdonanza Celestiniana dell’Aquila e la cultura del Leudo a Sestri Levante.

Inoltre i suoi componenti hanno esperienza in questo settore avendo già effettuato lavori di catalogazione per la Dieta Mediterranea (che è entrata nella lista rappresentativa), per la Rete delle Macchine a Spalla (nello specifico Viterbo, Palmi e Nola), per il Palio di Siena, per la Giostra del Saracino di Arezzo, per il Calendimaggio di Assisi e per la Fòcara di Novoli.

Fanno parte dello staff scientifico EOLO per l’Opera Lirica Italiana:

  • Alessandra Broccolini (antropologa, responsabile scientifico e coordinatore del progetto);
  • Emiliano Migliorini (etnomusicologo, responsabile tecnico-scientifico e addetto alla catalogazione);
  • Paola Elisabetta Simeoni (antropologa, che cura la consulenza per la Candidatura Unesco);
  • Malvina Picariello (cantante, consulente musicologa).

Per il progetto di candidatura dell’Opera Lirica italiana lo staff scientifico di EOLO si è occupato della programmazione del lavoro e delle relazioni istituzionali (in particolare con il Ministero dei Beni Culturali, la Soprintendenza e l’Ufficio UNESCO), dei rilevamenti audio-video e fotografici e, soprattutto, della ricerca per la realizzazione della schedatura del bene.

Il dossier per la candidatura alla lista rappresentativa per i patrimoni culturali immateriali dell’UNESCO, infatti, richiede la catalogazione dei beni che alla candidatura vengono presentati.

Per l’ambito italiano il sistema di catalogazione per i beni culturali immateriali è effettuata attraverso la scheda ministeriale denominata BDI (che è l’acronimo di Beni Demo – etnoantropologici Immateriali).

Il lavoro di documentazione di EOLO, essenziale anche per la catalogazione, ha prodotto finora il rilevamento di numerose ore di registrazione video e audio e alla produzione di circa 500 immagini fotografiche.

Una sorta di piccolo archivio sulla cultura del belcanto italiano, analizzata soprattutto dal punto di vista dei processi trasmissivi e di tutti quegli elementi veicolati attraverso la componente orale, quindi con una particolare attenzione – come richiesto dalla natura della candidatura – agli aspetti immateriali di questo elemento.

I rilevamenti sono stati curati da Emiliano Migliorini e da Malvina Picariello, in collaborazione con il regista Daniele De Plano, la cantante Micaela Carosi e l’addetto alle riprese Stefano Francasi.

Sono state effettuate interviste:

  • al soprano Renata Scotto,
  • al Presidente, Sovrintendente e Direttore Scientifico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Bruno Cagli,
  • alla cantante e docente Anna Vandi,
  • al regista Cesare Scarton (docente di Arte Scenica e Dizione presso Santa Cecilia Opera Studio),
  • al tenore e docente Giuseppe Sabbatini,
  • al critico Michelangelo Zurletti,
  • al cantante Luis Alva e, inoltre, a Dario Fo.

Ulteriori rilevamenti sono stati effettuati, per gli stessi scopi, in altre sedi, ad esempio presso il Conservatorio di Musica Licinio Refice di Frosinone e in alcuni incontri con gli stessi cantanti del CPI.

Per la catalogazione si è operata una riflessione sui beni da catalogare, che – nella sfera della cultura immateriale – potessero essere inerenti il canto lirico:

  • incidenza dalla lingua italiana sul discorso musicale;
  • centralità dell’opera lirica italiana nella storia della drammaturgia;
  • rapporto docente-allievo;
  • tecniche di emissione;
  • trasferimento e accoglimento di nozioni e saperi attraverso l’oralità;
  • fondamenti di interpretazione

Un confronto su questi temi, in vista della catalogazione, è in corso con il Servizio Antropologico dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (MiBAC) che fornisce le linee guida e gli strumenti per la corretta realizzazione della schedatura.

Le schede da realizzare sono 20 e restituiranno alcuni aspetti fondamentali su cui verterà la candidatura.

Proprio per le finalità appena elencate, quest’attività risulta importante per dare riconoscimento ad una delle massime espressioni della cultura italiana […], ma ha anche affascinanti risvolti scientifici che coinvolgono le discipline musicologiche ed etnomusicologiche.

C’è un interessante saggio di Nattiez in cui egli afferma:

«[…] l’etnomusicologia si interessa di tutto ciò che la musicologia classica non studia, ma anche qui si rischia d’imbattersi in qualche sorpresa.

Tutte le questioni di musicologia generale sollevate dall’etnomusicologia non sono rivolte anche alla musica occidentale?

Facendo della nostra cultura musicale una cultura fra le altre, non sarebbe interessante confrontare le culture extraoccidentali con le nostre modalità di apprendimento, di composizione, d’interpretazione e di valutazione, con le nostre circostanze di esecuzione e con tutto il rituale che circonda il concerto?

[…] un capitolo molto bello […] in Musica e trance di Rouget, in cui un musicista africano intraprende un’apocrifa lettura etnomusicologica di una serata all’Opéra di Parigi, lasciano intravedere il giorno in cui l’ingordigia condurrà l’etnomusicologo a trangugiare la musica occidentale».

Possiamo affermare che, grazie al percorso in cui siamo coinvolti, questa condizione sembra acquisire concretezza.

L’etnomusicologia approda allo studio di espressioni musicali che riguardano settori non considerati convenzionalmente di sua pertinenza, con la possibilità di gettare nuova luce – anche in una prospettiva emica – su aspetti della musica cosiddetta colta. […]

Emiliano Migliorini, etnomusicologo
Membro di Eolo Etnolaboratorio per il Patrimonio Culturale Immateriale

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *